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Selling CD - Extreme Metal and Dark music
Blasphemous Blasting Black Metal straight from Satan's bowels. Light a match & stand back! Re-issued by Drakkar, France with improved artwork & layout.
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South-American (Argentina) edition, released by ICARUS Music. Please note, this is an officially licensed edition, not a Russian bootleg
https://icarusmusicstore.com/
· 3rd full-lenght album from FURIA!
· extremely potent black metal with excellent musicianship and a lot of originality, cold, sinister, mournful, angry, melancholic...
· perfectly built and crafted monolith of atmosphere, cold hatred, nothingness, whirlwind of icy melodic riffing, blasting drums and evil, agonizing vocals!
· released as jewel case CD with 10 panel inlay
in negozio dal 15 Gennaio // available on 15.01.2013
Grandioso esordio per questo progetto francese, di scuola Deathspell Omega, Darkspace, Blut Aus Nord!
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Part three "Unson" contains cover songs (published on special editions of Besatt releases or unpublished). Limited to 666 copies.
Terza parte della trilogia...
1. Gorgoroth (Gorgoroth cover)
2. Tormentor (Kreator cover)
3. To Walk the Infernal Fields (Darkthrone cover)
4. The Sign of Evil Existence (Rotting Christ cover)
5. Spell of Destruction (Burzum cover)
6. Czarne zaste;py (Kat cover)
7. IX (Bulldozer cover)
8. Sacrificial Suicide (Deicide
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Mighty Blackened Death Metal with members of Infernal War, Nuclear Vomit, Voidhanger, Massemord, Ulcer Uterus.
Expect no Mercy! Just pure Hell & Poison!
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Post-black metal imperniato sul concetto di nullità dell’uomo rispetto all’eternità della Natura (un must filosofico del genere), particolarmente efficace nel contrasto tra momenti più atmosferici e affondi più furiosi, frammezzati a volte da sample vocali dal sapore horror/apocalittico, come nell’ouverture della prima traccia, “Glotun”. Il lato più black dei Dynfari è raw, diretto ed epico come quello dei Sacri Padri della Seconda Ondata: Darkthrone, Mayhem e Burzum. Quando il passo rallenta, e magari l’arpeggio flangerato (“Eilifò”) o una sequenza minimale di synth lo scandiscono (“Hjiartmyrkvi”), decisi miasmi funeral si levano nell’aere, trasportandoci dalle parti dei primi Skepticism o di Xasthur.
La reale qualità del disco, ad ogni buon conto, mi sembra risiedere – oltre che in un sapiente controllo delle dinamiche dei e tra i pezzi – in una certa fortunata naivetè del tutto, dalla registrazione alla copertina, al logo e alle foto (tipo teenager metallari in posa davanti a lastroni di ghiaccio, fantastici), che riesce a donare una freschezza abbastanza rara in questi affollatissimi approdi musicali.
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