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Vendita CD - musica Black Metal e Dark estrema
Classic Jewel-Case Edition with Slipcase and additional two-sided 24x24cm Post
Harvest is an ode to Valkenstijn's beloved Thuringian homelands. It takes us on a journey through misty woods and foggy nights, when the golden sunlight of late summer must give in to the autumnal cold that starts rising from the ground, when the warmth of summer must yield to the chilling breeze that heralds the end of the year, when the light must give in to the dark.
To complete the autumnal feast the orignal Samhain Celebration song cycle was added, which complements the early material and advance it to a full-length duration. The recordings were thoroughly reinvigorated without losing their original appeal by Valkenstijn in May MMXX at his House of Inkantation.
recensione di metalitalia (clicca qui)
"Il viaggio eclettico dei White Ward riprende con un secondo full-length, questa volta volto a solcare il grigiore delle strade cittadine, riprendendo il discorso dove era stato lasciato ma riscrivendolo con un tono di luce e cromature stravolti rispetto all’ottimo debutto, “Futility Report”. Il senso di disincanto resta intatto, e quello che a un primo ascolto sembra un venir meno dell’effetto sorpresa (l’afflato trip hop, il sax, il jazz, le aperture non metal già riscontrabili in precedenza) è in realtà un approccio diverso alla materia, una riscrittura del proprio nucleo, una revisione, se vogliamo, del proprio punto di arrivo. Il post black precedentemente affrontato in maniera più diretta dagli ucraini diventa qui un metal estremo sperimentale di più ampia definizione, una discussione musicale che studia se stessa e cambia i connotati di una propria opera senza volerne svilire i punti cardine ma volendo riattualizzarne i tratti di fronte ad un tema diverso. Sono assolutamente necessari ascolti ripetuti per entrare nell’ordine di idee del nuovo disco dei White Ward, un trip intriso di depressione urbana, di dissolutezza cosmopolita all’ombra delle insegne di negozi 24/7, dei casino aperti tutta la notte, di rotaie e taxi sempre disponibili; racconti di sguardi solitari affacciati a una finestra, testi esistenziali piuttosto efficaci e una resa sonora che, come già detto, all’inizio sembra lasciare un po’ di amaro per il suo non stupire come il debut faceva, e che invece giro dopo giro sul lettore porta il discorso a dilatarsi e a perdersi tra i vicoli oscuri di una metropoli. “Love Exchange Machine” parla di sfaccettature, di colori che cambiano e che si perdono e poi si confondono, di sottili confusioni, di sagome non distinguibili e che cambiano forma ad ogni passo verso di loro. Tra aperture ferocissime, giri quasi new wave, assoli di sax e strumentali di sole tastiere, i White Ward continuano a produrre della musica di non facilissima assimilazione, complessa, densa (sette brani per più di un’ora di musica), certamente non per tutti ma non per questo troppo elitaria, che alza l’asticella del genere di un’altra tacca."
Six years have gone by already since Lys Noir, and at last Monarque breaks the silence. While the work on his new full-length continues, Jusqu’à la Mort offers a taste of things to come, and proves beyond any doubt that the sovereign of Québec Black Metal has lost none of his luster. As soon as the first notes hit, this is unmistakably Monarque, soaring to new levels of his very own brooding, emotional breed of Black Metal. A Grand return…